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| “ Lo spirito associativo degli artigiani, fiorito nei secoli XVII e XVIII a seguito della parziale indipendenza accordata dagli Spagnoli ai Comuni, fece sorgere ed affermare le Corporazioni d’arte e mestieri, le quali non poco influirono nella vita politica ed economica della città.
Le Corporazioni (“Maestranze “) regolate da statuti o capitoli, vennero riconosciute ufficialmente dell’autorità senatoria che ne approvò e ratificò i capitoli, ma prima della costituzione legale esse operarono come associazioni di fatto, regolate da antichi usi e costumi.
Le associazioni corporative educarono al rispetto della religione, a sentimenti di rettitudine, di onestà e solidarietà, contribuirono al perfezionamento delle arti esercitate, stabilirono rigorosamente la tecnica da usare. In tal modo costituirono e rappresentarono un mezzo di promozione della classe e di tutela per i propri interessi, che spesso venivano a trovarsi in contrasto con quelli delle altre categorie e persino del Senato. Fine primario delle Corporazioni era regolamentare e fare prosperare la propria arte; fine secondario, assicurare la mutua assistenza ai propri iscritti.
Generalmente negli statuti la Corporazione stabili’ il numero dei “consoli” (rappresentanti) da eleggere, le modalità della loro elezione ed i poteri loro affidati; regolamentò l’esercizio della professione e la destinazione dei contributi annualmente raccolti; prescrisse modi e tempi di assistenza in favore dei maestri e loro congiunti e, dato il diffuso sentimento religioso, obbligo’ gli iscritti a partecipare alle processioni e ad onorare il santo patrono dell’arte. “
da M.Serraino in “Trapani Invittissima e Fedelissima - Storia civile e sacra Arti e Patriziato Riti e cerimonie della Settimana Santa”, Corrao Editore, Ed. 1985, pagg. 61-63
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