La processione dei Misteri è una processione religiosa che si svolge a Trapani dal Venerdì al Sabato santo, da oltre 400 anni. L’origine è spagnola e, infatti, ha analogie importanti con le celebrazioni andaluse.
I Misteri sono la rappresentazione artistica della morte e passione di Cristo, in totale sono 20 gruppi Sacri, di cui due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Tra gli artisti trapanesi che si cimentarono con queste rappresentazioni si ricordano Mario Ciotta, Baldassare Pisciotta, Antonio, Francesco e Domenico Nolfo, Giuseppe Milanti e Giacomo Tartaglia[3]. Furono concessi in affidamento, tramite atti notarili, dalla Confraternita di San Michele Arcangelo che istituì il rito alle maestranze locali con l’impegno di curarne l’allestimento, la vigilanza e l’uscita in processione.
La tecnica di realizzazione delle statue, iniziata da Giovanni Antonio Matera, consiste nello scolpire nel legno i volti, le mani ed i piedi, così come di legno è lo scheletro. Sono internamente sostenuti da ossature in sughero, sui quali si modellavano gli abiti grazie al fatto che la stoffa, precedentemente immersa in una mistura di colla e gesso, permetteva una maggiore naturalezza degli abiti e, maggiore plasticità espressiva, secondo una tecnica tipicamente trapanese, detta carchèt. In tal modo nei drappeggi dei vestiti vennero realizzate quelle pieghe che si plasmavano alla diversità della scena rappresentata e rendevano ogni figura diversa dall’altra.
Per la realizzazione di questi gruppi non ci si ispirò all’iconografia classica, ma ad episodi citati nei sacri testi o nei vangeli apocrifi ed aggiungendo anche delle personali interpretazioni, e gli artisti trapanesi seppero dare a questi gruppi una dinamicità rappresentativa unica nel vasto panorama delle sacre rappresentazioni.
Le statue sono fissate ad una base lignea detta vara, con un procedimento particolare, al fine di consentire una certa oscillazione durante il trasporto, tale da esprimere una scenica rappresentatività al gruppo.
Le più antiche vare sono state intagliate dagli artigiani trapanesi con le raffigurazioni di putti, simboli del ceto di appartenenza o vedute di Trapani.
La vara appoggia su cavalletti di legno e questi ultimi sostituirono le forcelle. Infatti nei primi anni della processione, quando i gruppi dovevano effettuare delle soste, appoggiavano proprio sulle forcelle che sostenevano l’intero peso. Tuttavia, questa soluzione presentava molte difficoltà ed erano frequenti rovinose cadute dell’intero gruppo. Si pensò pertanto di sostituirle con i cavalletti che, se hanno aumentato il peso dell’intero gruppo, hanno tuttavia permesso una maggiore sicurezza nel trasporto.